21 Dic Decreto contro la canapa industriale: le ultime novità
Recentemente al centro del dibattito che coinvolge la canapa vi è un decreto che va a limitare l’utilizzo di alcune piante officinali nel paese, tra cui anche la canapa industriale. Questo decreto era già stato proposto l’anno scorso, nel 2021, tuttavia era poi stato sospeso.
Il testo attuale coinvolgerebbe diverse tipologie di piante officinali, mettendo a rischio alcune aree dell’industria italiana, tra cui anche le aziende che utilizzano la canapa per formulare prodotti di cosmetica, o per altri tipi di impieghi.
Attualmente le regole intorno a queste produzioni sono variabili anche in base alla zona, o alla Regione italiana in cui avvine la produzione.
Tuttavia, date le recenti evoluzioni, alcune associazioni di categoria sono intervenute per contrastare questo decreto, che limiterebbe ulteriormente l’utilizzo della canapa nella produzione. Vediamo in questo articolo di cosa si tratta e qual è il punto della situazione.
Canapa industriale: il settore in Europa
Prima di vedere nel dettaglio cosa riporta il decreto, va anticipato che a livello europeo esistono delle regole precise per i prodotti a base di canapa, come ad esempio l’olio di semi di canapa. Per produrre e commercializzare cosmetici o altri prodotti di questo tipo infatti, in linea generale è dato il via libera a tutti i paesi europei.
Tuttavia, i paesi possono proporre diverse misure che contengano l’uso di determinate piante, e in Italia da diverso tempo si discute su questi particolari prodotti. Va evidenziato che il mercato intorno a questo genere di imprese è in decisa espansione negli ultimi anni. Per questo motivo, l’introduzione di regole più ferree potrebbe comportare non pochi problemi per un intero settore.
Questo significa che, nel caso dell’introduzione di un decreto apposito che limita l’uso della canapa a livello industriale, l’Italia verrebbe tagliata fuori da una grande parte di mercato.
Attualmente infatti con la pianta della canapa, in particolare con l’olio derivato dalla lavorazione dei suoi semi, è possibile produrre cosmetici come oli e creme, oppure utilizzare questo elemento naturale per integratori alimentari e prodotti similari.
Tuttavia, il rischio dell’introduzione di un decreto di questo tipo è quello di incappare in un rallentamento di questo settore, in Italia, che invece all’estero non avviene.
In Italia comunque va tenuto presente che è presente la Legge 242, introdotta nel 2016 per sostenere la filiera che si occupa della coltivazione della canapa nel paese. Si tratta di coltivazione limitata alla trasformazione della pianta, tramite produzione di semilavorati, per la produzione di alimenti, cosmetici, materie prime biodegradabili e sostenibili, o per l’impiego nelle industrie di diversi settori.
Cosa prevede il decreto contro la canapa industriale
Andiamo a vedere nel dettaglio cosa prevede il decreto contro la canapa industriale. Si tratta di un decreto che va a limitare effettivamente l’utilizzo di diverse piante officinali in Italia, tra cui anche quella della canapa.
Tuttavia le associazioni che si occupano di tutelare le aziende che lavorano la canapa a livello industriale, sono intervenute tramite un ricorso al Tar, che è stato successivamente accolto, chiedendo al Ministero della Salute spiegazioni sulle motivazioni per cui la canapa industriale sia stata inserita tra le piante officinali con previsione di divieto.
Le associazioni a tutela di questo settore, tra cui Federcanapa, hanno infatti comunicato che:
“Inserire le foglie e le infiorescenze non stupefacenti della canapa industriale sotto la legge 309/90 quindi il testo unico degli stupefacenti ci sembra assurdo.”
Il rischio principale di questo provvedimento è quello di indurre consumatori, commercianti e produttori ad importare dall’estero, debilitando un intero settore economico, in forte sviluppo in Italia negli ultimi anni.
Va tenuto presente che questo decreto è già stato sospeso in precedenza, nel 2021, proprio grazie all’intervento delle associazioni di settore. Si attende al momento una risposta da parte del Ministero della Salute, mentre è stata avviata una raccolta fondi per sostenere la difesa di questa particolare industria italiana.
Una risposta alla questione arriverà con molta probabilità il 23 gennaio 2023, giornata in cui è prevista l’udienza definitiva sul decreto, per cui bisogna ancora attendere per conoscere l’evoluzione della situazione.